Il colesterolo deriva sia dall’alimentazione che dalla sintesi endogena (quello che il nostro organismo costruisce).
Gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono sicuramente quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi, come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei.
Circa l’80-90% del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo, soprattutto dal fegato, ma anche dal surrene e dalle ghiandole sessuali.
Ciò spiega come mai in alcuni soggetti, nonostante un alimentazione equilibrata e un regolare programma di attività fisica, i livelli di colesterolo permangano elevati.
Quando la produzione endogena è fisiologicamente elevata, come in questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.
In realtà, quello che si eredita dalla famiglia, non è il colesterolo in sè, nè la tendenza a produrlo in quantità elevate. Quello che la famiglia lascia in eredità è un fegato “rallentato”.
Qualunque sia la sua origine, l’ipercolesterolemia è caratterizzata da una concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) superiore al valore normale.
Per avere risultati attendibili sarebbe opportuno osservare un digiuno di 12 ore e nelle tre settimane precedenti il prelievo dovrebbe essere osservata una dieta normale, in modo da studiare il paziente in “condizioni basali”.
Per una diagnosi efficace delle ipercolesterolemie familiari il paziente dovrebbe invece attenersi ad una dieta a basso contenuto di lipidi per un periodo di circa tre mesi prima di sottoporsi al prelievo.
In ogni caso, indicativamente:
Valori di colesterolo nel sangue
Per soggetti con meno di 20 anni il valore “desiderabile” è < 180mg/dl .
I valori riscontrati possono essere, però, correttamente interpretati esclusivamente alla luce di altri fattori di rischio per malattie cardiovascolari, cioè: familiarità – ipertensione – fumo di sigaretta – obesità – vita sedentaria – diabete mellito – ecc…
Valori elevati si riscontrano soprattutto in caso di:
Valori molto diminuiti sono rapportati a:
Essendo il colesterolo un lipide, è scarsamente solubile in acqua e per essere trasportato nel torrente circolatorio necessita, pertanto, di legarsi a specifiche lipoproteine. Il colesterolo si lega soprattutto alle lipoproteine a bassa densità o LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo).
Si calcola infatti che circa il 60-80% del colesterolo totale sia legato alle LDL.
Il colesterolo in eccesso legato a tali lipoproteine tende ad accumularsi sull’endotelio delle arterie, formando aggregati sempre più densi fino a generare delle vere e proprie placche, dette ateromi.
Queste placche fanno perdere la naturale elasticità delle arterie e possono causare gravi danni soprattutto al cuore (infarto) o al cervello (ictus) .
Il colesterolo buono è invece rappresentato dalle HDL (lipoproteine ad alta densità) che ripuliscono le arterie catturando il colesterolo in eccesso e trasferendolo ai tessuti (soprattutto al fegato), dove viene smaltito.
Più è alto il livello di HDL nel sangue e minore sarà il rischio di sviluppare l’aterosclerosi e tutte le altre conseguenze negative dell’ipercolesterolemia.
In virtù di questa loro caratteristica, negli ultimi anni il ruolo delle HDL è stato rivalutato in maniera importante, tanto che oggi si ritiene più significativo il rapporto tra HDL e LDL, rispetto al valore del colesterolo totale.
In genere il colesterolo “buono” (HDL) non dovrebbe essere inferiore al 30% del colesterolo totale (LDL + HDL).
Un altro parametro, detto indice di rischio cardiovascolare, mette in relazione il colesterolo totale con le HDL. Se tale rapporto è superiore a 5 nell’uomo e a 4,5 nella donna, il paziente è considerato a rischio.
Valori di Colesterolo
Valori di colesterolo hanno rappresentato a lungo lo standard di riferimento per valutare questa tipologia di rischio.
Semplice da misurare ed economico – ma ormai considerato superficiale e poco significativo – il colesterolo totale è soltanto uno dei tanti fattori predisponenti, come l’ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l’obesità , l’ipertrigliceridiemia, la familiarità per tali patologie e l’inattività fisica.
Ormai da qualche anno si è quindi iniziato a parlare con sempre maggiore insistenza di sindrome metabolica, omocisteina, iperuricemia, aggregabilità piastrinica, apolipoproteine [Lp(A1) e Lp(B)], radicali liberi, fattori pro-infiammatori (soprattutto la proteina C reattiva o PCR), ossido nitrico e di tanti altri “termometri del rischio cardiovascolare”.
A questo punto è lecito interrogarsi sull’opportunità di mandare o meno in pensione il classico monitoraggio dei valori di colesterolo.
Anche se la risposta a questa domanda, ovviamente, è negativa, un medico coscienzioso dovrebbe indirizzare i propri pazienti, specie quelli considerati a rischio, verso esami molto più appropriati.
Secondo le recenti linee guida, i valori di colesterolo totale non sono significativamente correlati con la quantificazione del rischio cardiovascolare.
Meglio quindi:
Pesce azzurro, olio di oliva, noci ed olio di lino (ma senza esagerare con le quantità), tè verde, probiotici, prebiotici, frutta, verdura ed alimenti integrali, rappresentano alcuni dei migliori alleati contro il colesterolo… senza dimenticare la pratica di una regolare e specifica attività fisica (che costituisce uno dei migliori metodi per aumentare i valori della frazione HDL).
I benefici di un regolare esercizio sportivo, associati ad un’alimentazione sana ed equilibrata, sono anche il miglior modo per potenziare le difese immunitarie dell’organismo.
Tutto ciò potrebbe avere anche un ruolo protettivo nei confronti del rischio cardiovascolare; si è infatti visto che alcuni agenti infettivi, come l’Helicobacter pylori, la Chlamidia pneumoniae e vari virus, tra cui il Cytomegalovirus, potrebbero essere coinvolti nell’aterosclerosi.
La moderazione calorica e la sobrietà della dieta rappresentano un altro elemento chiave nel controllo del rischio cardiovascolare. Qualche chilo di grasso in più, per non parlare dei bicchierini di troppo o del fumo, andrebbe infatti a vanificare i risultati positivi ottenuti sul fronte alimentare.
Per diminuire il numero di eventi cardiovascolari, è dunque necessario effettuare:
Le dislipidemie sono disfunzioni del metabolismo delle lipoproteine che colpiscono oltre 300 milioni di persone nel mondo e sono responsabili dello sviluppo dell’aterosclerosi e di altre patologie correlate.
Poiché molti dei soggetti sottoposti a screening per sindrome metabolica sono probabilmente già affetti da diabete e/o malattie cardiovascolari senza esserne a conoscenza, è importante che vengano individuati precocemente in modo tale da poter attuare tempestivamente, intervenire tapeutico modifiche delle abitudini di vita, allo scopo di ridurre al minimo le eventuali complicanze.
Per quel che riguarda il profilo lipidico, è stato dimostrato che grazie alle analisi effettuate in siti di prossimità (come la Farmacia Spirito Santo a Manduria), aumenta la percentuale di pazienti con livelli di colesterolo totale o di trigliceridi nei limiti della norma e migliora il trattamento farmacologico e l’appropriatezza terapeutica.
È stato inoltre dimostrato che questo tipo di esame per i lipidi:
Quanto costa?
Effettuare la misurazione del pannello lipidico completo non è stato mai così conveniete!
In precedenza, solo la misurazione di colesterolo totale, o dei trigliceridi, effettuate con strumentazione professionale (con accuratezza e precisione pari a quella di un laboratorio di analisi) venivano venduti in farmacia a 7 euro l’una.
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L’esame è affidabile?
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Il sistema cobas b 101 è conforme a tutti gli standard e metodi (IFCC, DCCT/NGSP e NCEP).
Alcuni studi multicentrici esterni34 eseguiti in base alle linee guida del Clinical and Laboratory Standards Institute (CLSI) hanno dimostrato che entrambi i test cobas per l’HbA1c e per i lipidi sono conformi a standard elevati di precisione e accuratezza secondo quanto previsto dal National Glycohemoglobin Standardization Program (NGSP) e dal National Cholesterol Education Program (NCEP) statunitensi.
Dario Leonardo Dinoi – Farmacia Spiritosanto – Manduria
Esami di Laboratorio – Guida per l’interpretazione- Peytronel/Fiorucci
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