Perchè non ha più senso misurare solo il Colesterolo Totale?

Il Colesterolo

Il colesterolo deriva sia dall’alimentazione che dalla sintesi endogena (quello che il nostro organismo costruisce).

Gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono sicuramente quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi, come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei.

Circa l’80-90%  del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo, soprattutto dal fegato, ma anche dal surrene e dalle ghiandole sessuali.

Ciò spiega come mai in alcuni soggetti, nonostante un alimentazione equilibrata e un regolare programma di attività fisica, i livelli di colesterolo permangano elevati.

Quando la produzione endogena è fisiologicamente elevata, come in questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.

In realtà, quello che si eredita dalla famiglia, non è il colesterolo in sè, nè la tendenza a produrlo in quantità elevate. Quello che la famiglia lascia in eredità è un fegato “rallentato”.

Qualunque sia la sua origine, l’ipercolesterolemia è caratterizzata da una concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) superiore al valore normale.

 

Valori di colesterolo, quanto sono importanti?

Per avere risultati attendibili sarebbe opportuno osservare un digiuno di 12 ore e nelle tre settimane precedenti il prelievo dovrebbe essere osservata una dieta normale, in modo da studiare il paziente in “condizioni basali”.

Per una diagnosi efficace delle ipercolesterolemie familiari il paziente dovrebbe invece attenersi ad una dieta a basso contenuto di lipidi per un periodo di circa tre mesi prima di sottoporsi al prelievo.

In ogni caso, indicativamente:

Valori di colesterolo nel sangue

  • <200 mg/dl       Colesterolemia normale            Valori “desiderabili”
  • 200-249 mg/dl  Ipercolesterolemia lieve           Valori “di attenzione”
  • 250-299 mg/dl  Ipercolesterolemia moderata  Valori “elevati”
  • >299 mg/dl        Ipercolesterolemia grave

Per soggetti con meno di 20 anni il valore “desiderabile” è < 180mg/dl .

I valori riscontrati possono essere,  però, correttamente interpretati esclusivamente alla luce di altri fattori di rischio per malattie cardiovascolari, cioè: familiarità – ipertensione – fumo di sigaretta – obesità – vita sedentaria – diabete mellito – ecc…

 

 

Valori elevati si riscontrano soprattutto in caso di:

  • ipercolesterolemia familiare primaria,
  • iper-lipidemia familiare,
  • ipotiroidismo,
  • cirrosi biliare,
  • alcuni casi di diabete mellito.

Valori molto diminuiti sono rapportati a:

  • ipertiroidismo,
  • malnutrizione,
  • malassorbimento,
  • alcune malattie ematologiche
  • rari deficit genetici.

 

Quanti “colesteroli” esistono?

Essendo il colesterolo un lipide, è scarsamente solubile in acqua e per essere trasportato nel torrente circolatorio necessita, pertanto, di  legarsi a specifiche lipoproteine. Il colesterolo si lega soprattutto alle lipoproteine a bassa densità o LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo).

Si calcola infatti che circa il 60-80% del colesterolo totale sia legato alle LDL.

Il colesterolo in eccesso legato a tali lipoproteine tende ad accumularsi sull’endotelio delle arterie, formando aggregati sempre più densi fino a generare delle vere e proprie placche, dette ateromi.

Queste placche fanno perdere la naturale elasticità delle arterie e possono causare gravi danni soprattutto al cuore (infarto) o al cervello (ictus) .

 

Il colesterolo buono è invece rappresentato dalle HDL (lipoproteine ad alta densità) che ripuliscono le arterie catturando il colesterolo in eccesso e trasferendolo ai tessuti (soprattutto al fegato), dove viene smaltito.

Più è alto il livello di HDL nel sangue e minore sarà il rischio di sviluppare l’aterosclerosi e tutte le altre conseguenze negative dell’ipercolesterolemia.

In virtù di questa loro caratteristica, negli ultimi anni il ruolo delle HDL è stato rivalutato in maniera importante, tanto che oggi si ritiene più significativo il rapporto tra HDL e LDL, rispetto al valore del colesterolo totale.

In genere il colesterolo “buono” (HDL) non dovrebbe essere inferiore al 30% del colesterolo totale (LDL + HDL).

Un altro parametro, detto indice di rischio cardiovascolare, mette in relazione il colesterolo totale con le HDL. Se tale rapporto è superiore a 5 nell’uomo e a 4,5 nella donna, il paziente è considerato a rischio.

 

Valori di Colesterolo

Valori di colesterolo hanno rappresentato a lungo lo standard di riferimento per valutare questa tipologia di rischio.

Semplice da misurare ed economico – ma ormai considerato superficiale e poco significativo – il colesterolo totale è soltanto uno dei tanti fattori predisponenti, come l’ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l’obesità , l’ipertrigliceridiemia, la familiarità per tali patologie e l’inattività fisica.

Ormai da qualche anno si è quindi iniziato a parlare con sempre maggiore insistenza di sindrome metabolica, omocisteina, iperuricemia, aggregabilità piastrinica, apolipoproteine [Lp(A1) e Lp(B)], radicali liberi, fattori pro-infiammatori (soprattutto la proteina C reattiva o PCR), ossido nitrico e di tanti altri “termometri del rischio cardiovascolare”.

A questo punto è lecito interrogarsi sull’opportunità di mandare o meno in pensione il classico monitoraggio dei valori di colesterolo.

Anche se la risposta a questa domanda, ovviamente, è negativa, un medico coscienzioso dovrebbe indirizzare i propri pazienti, specie quelli considerati a rischio, verso esami molto più appropriati.

Secondo le recenti linee guida, i valori di colesterolo totale non sono significativamente correlati con la quantificazione del rischio cardiovascolare.

 

Meglio quindi:

  • evitare di impazzire per riportare la soglia del colesterolo totale al di sotto dei 200 mg/dL e
  • concentrarsi, piuttosto, sul miglioramento della frazione buona o HDL,
  • sul potenziamento delle difese immunitarie e
  • sul consumo di antiossidanti ed alimenti ad azione antinfiammatoria.

Pesce azzurro, olio di oliva, noci ed olio di lino (ma senza esagerare con le quantità), tè verde, probiotici, prebiotici, frutta, verdura ed alimenti integrali, rappresentano alcuni dei migliori alleati contro il colesterolo… senza dimenticare la pratica di una regolare e specifica attività fisica (che costituisce uno dei migliori metodi per aumentare i valori della frazione HDL).

I benefici di un regolare esercizio sportivo, associati ad un’alimentazione sana ed equilibrata, sono anche il miglior modo per potenziare le difese immunitarie dell’organismo.

Tutto ciò potrebbe avere anche un ruolo protettivo nei confronti del rischio cardiovascolare; si è infatti visto che alcuni agenti infettivi, come l’Helicobacter pylori, la Chlamidia pneumoniae e vari virus, tra cui il Cytomegalovirus, potrebbero essere coinvolti nell’aterosclerosi.

La moderazione calorica e la sobrietà della dieta rappresentano un altro elemento chiave nel controllo del rischio cardiovascolare. Qualche chilo di grasso in più, per non parlare dei bicchierini di troppo o del fumo, andrebbe infatti a vanificare i risultati positivi ottenuti sul fronte alimentare.

Per diminuire il numero di eventi cardiovascolari, è dunque necessario effettuare:

  • il classico monitoraggio dei valori di colesterolo,
  • il monitoraggio del profilo lipidico completo (Colesterolo HDL, Colesterolo LDL e Trigliceridi)
  • la valutazione dei fattori di rischio addizionali.
  • l’impegno sul fronte dietetico e comportamentale

 

 

Le dislipidemie sono disfunzioni del metabolismo delle lipoproteine che colpiscono oltre 300 milioni di persone nel mondo e sono responsabili dello sviluppo dell’aterosclerosi e di altre patologie correlate.

Poiché molti dei soggetti sottoposti a screening per sindrome metabolica sono probabilmente già affetti da diabete e/o malattie cardiovascolari senza esserne a conoscenza, è importante che vengano individuati precocemente in modo tale da poter attuare tempestivamente, intervenire tapeutico modifiche delle abitudini di vita, allo scopo di ridurre al minimo le eventuali complicanze.

Per  quel che riguarda il profilo lipidico, è stato dimostrato che grazie alle analisi effettuate in siti di prossimità (come la Farmacia Spirito Santo a Manduria), aumenta la percentuale di pazienti con livelli di colesterolo totale o di trigliceridi nei limiti della norma e migliora il trattamento farmacologico e l’appropriatezza terapeutica.

 

È stato inoltre dimostrato che questo tipo di esame  per i lipidi:

  • migliora la gestione del rischio colesterolemico nei pazienti ad alto rischio,
  • facilita la normalizzazione dei livelli di colesterolo LDL, colesterolo non HDL e colesterolo totale,
  • in combinazione col test HbA1c  è utile per la diagnosi precoce e il trattamento della sindrome metabolica, delle dislipidemie e del diabete.

 

Quanto costa?

Effettuare la misurazione del pannello lipidico completo non è stato mai così conveniete!

In precedenza, solo la misurazione di colesterolo totale, o dei trigliceridi, effettuate con strumentazione professionale (con accuratezza e precisione pari a quella di un laboratorio di analisi)  venivano venduti in farmacia a 7 euro l’una.

Oggi a soli 14,90 euro possiamo ottenere i valori di Colesterolo totale, LDL. HDL e Trigliceridi.

In più, abbinando anche l’esame dell’Emoglobina Glicata (costo 11,90 euro)  potrai ottenere un ulteriore sconto.

Entrambe le misurazioni (pannello lipidico completo 14,90 euro ed emoglobina glicata 11,90 euro) anzichè 26,80 euro, per te a soli 24,90 euro!

 

L’esame è affidabile?

Eseguito  nella Farmacia Spirito Santo a Manduria, col nostro strumento Cobas b 101, secondo il rispetto degli standard internazionali, il dosaggio dell’emoglobina glicata in HPLC è molto attendibile.

Il sistema cobas b 101 è conforme a tutti gli standard e metodi (IFCC, DCCT/NGSP e NCEP).

Alcuni studi multicentrici esterni34 eseguiti in base alle linee guida del Clinical and Laboratory Standards Institute (CLSI) hanno dimostrato che entrambi i test cobas per l’HbA1c e per i lipidi sono conformi a standard elevati di precisione e accuratezza secondo quanto previsto dal National Glycohemoglobin Standardization Program (NGSP) e dal National Cholesterol Education Program (NCEP) statunitensi.

 

 

 

Dario Leonardo Dinoi – Farmacia Spiritosanto – Manduria

Esami di Laboratorio – Guida per l’interpretazione- Peytronel/Fiorucci

www.my-personaltrainer.it/salute/valori-colesterolo.html#video

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